Il boom dell'olio di palma in Congo: ecco cosa sta succedendo
Corriere della Serra | 21 aprile 2025

Il boom dell'olio di palma in Congo: ecco cosa sta succedendo

L'idea di diventare un Paese esportatore e il rischio di mettere a repentaglio la sopravvivenza i intere comunità e creare nuovi conflitti

Francesco De Augustinis e Jonas Kiriko / CorriereTv

La Repubblica Democratica del Congo (RDC) sta aumentando la coltivazione di olio di palma, con l'idea di diventare un Paese esportatore e di affacciarsi alla produzione di biocombustibili, rischiando però di mettere a repentaglio la sopravvivenza di intere comunità e di creare nuovi conflitti, in un Paese già ai primi posti delle classifiche mondiali per fame e insicurezza alimentare.

«La RDC dovrebbe diventare la prossima frontiera dell'olio di palma», ci dice Mpoko Bokanga, seduto alla sua scrivania nella sede centrale di Plantations et Huileries du Congo (PHC), il più grande produttore industriale di olio di palma nel Paese. Siamo a Kinshasa, la caotica capitale dove vivono oltre 17 milioni di abitanti. Gli uffici dell'azienda affacciano sul Boulevard 30 Juin, il principale viale che taglia in due il centro della metropoli. Il nome di questa strada celebra l'indipendenza del Paese dal colonialismo belga, ottenuta il 30 giugno 1960, ma è proprio sotto il dominio belga che affonda le sue radici l'azienda PHC.

«Dal 2021 l'azienda Phc ha aumentato la produzione del 20% ogni anno» afferma Bokanga, direttore esecutivo della Fondazione Phc, un ramo dell'azienda che si occupa delle concessioni agricole e dei rapporti con le comunità locali. Nel 2023, la produzione di olio di palma grezzo di Phc ha raggiunto le 90.000 tonnellate all'anno su 107.000 ettari di concessioni. L'azienda prevede di aumentare la capacità produttiva a 2 milioni di tonnellateentro il 2032, con l'idea di saturare la domanda interna e aumentare sensibilmente l'export. Ma questa espansione rischia di avere degli impatti sulle comunità che abitano nelle tre province dove produce, Equatore, Mongala e Tshopo, che già negli ultimi anni hanno denunciato violenze e sottrazione di terre. Per questo motivo, dopo aver incontrato l'azienda, decidiamo di visitare una di queste zone, per vedere con i nostri occhi se la storia si sta ripetendo ancora una volta.

Radici coloniali

All'epoca si chiamava Huileries du Congo Belge (Hcb), fu fondata nel 1911 dall'inglese William Lever su una concessione di 750 mila ettari. L'olio di palma estratto dalle palme -allora selvatiche, non ancora in forma di piantagione- fu l'ingrediente principale dellesaponette prodotte dalla Lever Brothers nel Regno Unito, che furono le fondamenta su cui nacque l'impero della multinazionale Unilever, rimasta proprietaria dell'azienda fino al 2009.

I libri di storia descrivono gli esordi dell'olio di palma in Congo come un esempio del peggior volto della colonizzazione: Lever «poté tracciare, a sua scelta, cinque cerchi con un raggio di 60 km, in regioni in cui abbondavano alberi di palma selvatici», scrive David Van Reybrouck nel suo bestseller «Congo». «I lavoratori guadagnavano la miseria di venticinque centesimi al giorno e vivevano in condizioni primitive. Erano pratiche comuni il reclutamento coatto e la corruzione dei capi dei villaggi. Decine di villaggi dovettero essere evacuati in nome dell'industria».

Lavoro a basso costo, «terre vacanti», potere autoritario: in questo modo l'azienda portò l'allora Congo Belga ad essere nel 1957 il principale esportatore di olio di palma in Africa: «Nel 1910 il Congo esportava 2160 tonnellate di olio di palma», ha scritto Bokanga in un articolo pubblicato nel 2024, «entro il 1957, il volume dell'export era cresciuto a 150mila tonnellate». Nello stesso documento, il dirigente di Phc ripercorre il declino della produzione a partire dagli anni 60, dovuto alla concorrenza di Malesia e Indonesia, che oggi detengono insieme l'87% della produzione mondiale. Ma, sostiene Bokanga, mentre «il mercato globale di olio vegetale crescerà del 7% l'anno» fino a raggiungere 791 miliardi di dollari nel 2031, oggi ci sarebbero di nuovo le condizioni in Congo per tornare ad essere protagonista su scala mondiale.

Conflitti per la terra

Pochi giorni dopo aver visitato la sede centrale di Phc, giungiamo a Boteka, una cittadina di 3.500 abitanti a circa 120 km -o otto ore di moto- a sud di Mbandaka, capoluogo della provincia dell'Equatore. La strada è spesso interrotta da fiumi senza ponti e costeggia piccoli villaggi nel cuore di una vasta foresta. La fabbrica della Phc che domina Boteka è circondata da edifici dell'era coloniale, ora utilizzati come alloggi per i direttori delle piantagioni. Tutto intorno al villaggio, file di palme si estendono a perdita d'occhio, su un'area di concessione di 13.500 ettari.

«L'azienda ha delle piantagioni e ha in programma di espanderle. Ciò significa ridurre la terra arabile», ci racconta Modeste Pierre Ishomba, agronomo e responsabile dell'organizzazione locale Comité de Réveil et d'Accompagnement des Forces Paysannes. Ishomba conduce attività di formazione con piccoli agricoltori a Boteka, cercando di aiutarli ad aumentare la produzione.

Secondo Ishomba, in questa zona, circondata dal fiume Thuapa (un affluente del Congo), da alcune zone paludose e da una grande concessione forestale, c'è un problema di carenza di terra: «Abbiamo formato persone nell'acquacoltura, nella coltivazione di arachidi, fagioli e altre colture alimentari. Ma è una perdita di tempo perché la terra disponibile non è sufficiente per le esigenze della popolazione», afferma. «Questo è un problema perché, nel frattempo, l'azienda vuole espandere le sue attività per motivi commerciali».

Il risultato è che nel distretto di Ingende, dove si trova Boteka, secondo gli indicatori delle Nazioni Unite, la popolazione soffre di grave malnutrizione, dovuta a malattie, produzione agricola insufficiente e scarsa frequenza e varietà dei pasti.

I membri delle comunità di Boteka e dei villaggi circostanti contestano i diritti di Phc sulla maggior parte delle terre su cui opera, comprese quelle ottenute nell'era coloniale. «Hanno iniziato a piantare palme nel 1945, ma io dico sempre: fino a prova contraria, non ho mai visto documenti fatti a regola d'arte, quindi c'è un problema di legittimità e un problema di legalità», ci racconta Jean-François Mombia Atuku, responsabile della Riao-Rdc, una rete nazionale che riunisce le organizzazioni che difendono i diritti delle comunità colpite da queste concessioni.

Secondo le informazioni che raccogliamo da diversi abitanti, nel 2023 Phc ha stretto un accordo con un privato per espandere le piantagioni su 2.500 nuovi ettari in tre villaggi vicino Boteka, ovvero Ifoma, Bolondo e Bempumba.

L'azienda non ha risposto alle nostre richieste di commento su questa acquisizione. L'ong locale Groupe d'Action pour Sauver l'Homme et son Environnement è stata nella zona nel 2024 e ci ha detto di aver visto alcune aree deforestate e un vivaio per l'installazione di palme da olio.

«Tutto è stato deciso a nostra insaputa», afferma Moïse Nkoy, un residente del villaggio di Ifoma. «Abbiamo saputo che una persona che vive a Kinshasa ha venduto la nostra terra alla società Phc. Ci manca la terra e la poca che abbiamo ancora viene venduta senza chiedere il nostro parere. Non abbiamo intenzione di lasciare la nostra terra per una piantagione di palma da olio, lasciamo che chi ha venduto e chi ha comprato si mettano d'accordo perché noi non ce ne andiamo. Queste sono le nostre terre, i nostri antenati hanno vissuto qui e le lasceremo ai nostri figli».

Il sostegno pubblico

Il governo di Kinshasa è il secondo maggiore azionista della società Phc, proprietario del 23,6% delle azioni. Oltre a sostenere i piani espansionistici dell'azienda, il presidente congolese Félix-Antoine Tshisekedi ha annunciato nei mesi scorsi un piano nazionale per creare 145.000 ettari di nuove piantagioni di palme da olio, con l'obiettivo di dare il via a una produzione nazionale di biocombustibili.

Anche il vicino Rwanda, ritenuto dalle Nazioni Unite responsabile del conflitto in corso tra i ribelli dell'M23 e il governo di Kinshasa nelle regioni Est del Congo, ha degli interessi forti sull'olio di palma congolese. Nel 2022 ha aumentato esponenzialmente (fino a 14 mila tonnellate) le importazioni di olio di palma crudo, usato per scopi alimentari, cosmetici e industriali. Nello stesso anno uno studio dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO) sulla produzione di biocombustibili in Rwanda ha detto che la scarsa disponibilità di olio di palma e altre materie prime agricole per la produzione energetica è «la principale barriera» alla crescita economica del Paese.

Nel caso di Phc, gli investimenti necessari alla crescita della produzione sono garantiti però da fondi di investimento internazionali: il principale azionista dell'azienda è il fondo con sede a New York Kuramo Capital Management (76% delle azioni), che secondo la stessa azienda ha investito 50 milioni di dollari dal 2017, «catalizzando quasi 200 milioni di investimenti da altri partner, tra cui istituzioni finanziarie per lo sviluppo».

Secondo un un rapporto pubblicato nel 2022 dall'Ong californiana Oakland Institute, tra i principali investitori di Kuramo figurano alcune università statunitensi, come l'Università del Michigan o la Northwestern University, ed enti come la Bill & Melinda Gates Foundation, «il secondo più grande investitore noto a Kuramo», che da decenni fa attività di lobbying per una Rivoluzione Verde in Africa .

I piani di espansione del Phc sono supportati anche da banche di sviluppo internazionali: «La mia azienda sta attualmente discutendo con queste istituzioni, in particolare con la Banca africana di sviluppo [e la Banca africana di esportazione-importazione] Afreximbank, per vedere come possono supportare l'azienda nella sua strategia di crescita verde», afferma Bokanga. «Le discussioni stanno andando molto bene e mi aspetto che negli anni a venire possano investire, fornire l'accesso ai finanziamenti di cui abbiamo bisogno per espandere le nostre operazioni».

Questa inchiesta è stata realizzata con il supporto del Pulitzer Center Rainforest Reporting Grant - www.pulitzercenter.org

URL to Article
https://farmlandgrab.org/post/32776
Source
Corriere della Sera https://video.corriere.it/esteri/il-boom-dell-olio-di-palma-in-congo-ecco-cosa-sta-succedendo/f5ae969a-28f3-4a32-b42d-0f6f204b2xlk

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