Land grabbing e cambiamento climatico. Il rapporto IPCC 2019 del panel Onu intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico sottolinea l’impatto della gestione irresponsabile delle terre sulla crisi ecologica in atto. La Terra è infatti al centro di abusi e conflitti intollerabili. E l’intera società civile, nella latitanza della politica, deve rispondere con un segnale forte. #Buycott!
Land grabbing e cambiamento climatico, il rapporto ‘Climate Change & Land’
‘Climate Change & Land’ – il rapporto pubblicatol’8.8.19da IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) – evidenzia come la gestione irresponsabile di terreni, bacini idrici e foreste contribuisca in misura rilevante e drammatica al cambiamento climatico in corso. Il documento sofferma l’attenzione sulle acquisizioni di ampie superfici di territori. Le c.d. ‘Large Scale Land Acquisition’ (LSLA).
Gli investimenti irresponsabili su enormi distese con obiettivi agro-industriali, secondo il rapporto IPCC, sono particolarmente diffusi in Africa sub-sahariana, Sud-Est asiatico e America Latina.E Brasile, Argentina e Perù sono solo alcuni degli esempi dei disastri socio-ecologici in atto.
Le Large Scale Land Acquisition, negoziate dai grandi investitori con la connivenza dei governi locali, producono impatti sociali e ambientali quasi sempre disastrosi. Essi perseguono infatti gli esclusivi interessi della finanza industriale. Ma senza alcun rispetto dei diritti umani fondamentali e degli ecosistemi. Tutto ciò in barba ai criteri definiti dal Committee on World Food Security (CFS) presso la FAO. (2) Lo schema ricorrente è infatti quello di sfrattare con violenza gli abitanti dalle loro terre.
Land grabbing vs. sovranità sulle risorse naturali
La rapina delle terre, land grabbing, è appunto funzionale alla conversione di sconfinati appezzamenti di aree naturali vergini. Previa deforestazione, vengono invasi da monocolture intensive di palma da olio e soia OGM. Sono queste infatti le commodities che da decenni guidano le rapine delle terre e le deforestazioni a livello planetario. (3) In attesa delle piantumazioni, i terreni sono altresì destinati, in America Latina, al pascolo dei bovini da carne.
La Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (4), adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, già nel 1966 ha affermato il diritto dei popoli a ‘disporre liberamente’ di risorse naturali e mezzi di sussistenza. A ciò corrisponde il divieto di privare le comunità locali di tali risorse. Una previsione però sistematicamente violata da palmocrati e imperialisti della soia.
‘Tutti i popoli possono, per i propri fini, disporre liberamente della propria ricchezza e risorse naturali, fatti salvi eventuali obblighi derivanti dalla cooperazione economica internazionale, basati sul principio del reciproco vantaggio e sul diritto internazionale. In nessun caso un popolo può essere privato dei propri mezzi di sussistenza’ (ICESCR, articolo 1.2).
La Corte interamericana dei diritti umani
La Corte interamericana dei diritti umani, Inter-American Court of Human Rights (I-ACtHR), a sua volta, ha affermato come tali diritti comprendano la sovranità sulle risorse naturali. Nonché il rispetto delle identità culturali e della dignità della vita a esse intrinsecamente legate.
‘In base al diritto internazionale pubblico, gli Stati sono i proprietari ultimi delle risorse naturali e il controllo su quelle situate sul loro territorio nazionale è una componente della loro sovranità. […] In base al diritto internazionale dei diritti umani, i popoli hanno il diritto di disporre e beneficiare liberamente dell’uso delle proprie risorse naturali.’ (5)
Tre garanzie per un ‘giusto equilibrio’
Un ‘giusto equilibrio’ tra gli interessi in conflitto sulle terre è stato così definito, nella giurisprudenza di I-ACtHR. Vengono prescritte tre specifiche garanzie:
- l’effettiva partecipazione, consultazione e raccolta di consenso delle comunità locali a ogni operazione sulle loro terre. A prescindere dalla detenzione di titoli di possesso,
- l’obbligo di condividere con le comunità indigene ‘vantaggi ragionevoli’, allorché vengano condivise modifiche della destinazione d’uso dei territori,
- l’elaborazione preventiva di valutazioni di impatto ambientale e sociale, in relazione a ogni piano di ‘sviluppo’, investimento, esplorazione o estrazione.
È in gioco ‘il valore essenziale della protezione e della conservazione della diversità culturale nelle società pluralistiche. Pertanto, la protezione del diritto alla proprietà comune delle popolazioni indigene potrebbe essere interpretata come un veicolo, uno strumento giuridico che contribuisce alla salvaguardia del mantenimento e della perpetuazione della loro identità culturale’. (6)
#Buycott! Soia OGM, olio di palma e carni americane
Il neologismo #Buycott! è la crasi tra due parole inglesi. Buy, comprare, e boycott, boicottare. La nostra iniziativa si esprime infatti in un invito a boicottare le filiere che derivano dai più atroci abusi su esseri umani ed ecosistemi. Astenendosi in modo radicale dall’acquisto di prodotti che contengano olio di palma, soia OGM (anche se usata come materia prima per mangimi di animali da reddito, da cui derivino carni e latticini da filiere non tracciate ‘senza OGM’) e carni americane.
#Buycott! Soia OGM, olio di palma e carni americane. #NonNelNostroNome. #NotInOurNames. Ora #Basta!
Dario Dongo
Note
(1) IPCC, UN. (2019). Climate Change and Land, an IPCC special report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems. V. https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2019/08/2b.-Chapter-1_FINAL.pdf
(2) FAO, Committee on World Food Security (CFS), The Voluntary Guidelines on the Tenure of Land Fisheries and Forests, 9.3.12. V. http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/nr/land_tenure/pdf/VG_en_Final_March_2012.pdf
FAO, Committee on World Food Security (CFS). Principles for Responsible Investment in Agriculture and Food Systems, 15.10.14. http://www.fao.org/3/a-au866e.pdf
(3) Sam Lawson, Art Blundell, Bruce Cabarle, Naomi Basik, Michael Jenkins, and Kerstin Canby (2014). Consumer Goods and Deforestation, An Analysis of the Extent and Nature of Illegality in Forest Conversion for Agriculture and Timber Plantations. Forest Trends, https://www.forest-trends.org/wp-content/uploads/imported/for168-consumer-goods-and-deforestation-letter-14-0916-hr-no-crops_web-pdf.pdf
(4) International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights, ICESCR
(5) Jérémie Gilbert e Nadia Bernaz. (2015). Natural Resources Grabbing: An International Law Perspective. ISBN-13: 978-9004305656. doi: https://doi.org/10.1163/9789004305663
(6) Alejandro Fuentes. (2016). Exploitation of Natural Resources and Protection of Indigenous Peoples’ Communal Property over Traditional Lands and Territories. Raoul Wallenberg Institute of Human Rights and Humanitarian Law, 28.10.16, https://rwi.lu.se/app/uploads/2017/04/ExploitationNaturalResources_2016.pdf